Anche Taylor Swift prega Gesù
“One world: Togheter at Home” è il nome dell’evento organizzato insieme da numerosi artisti guidati da Lady Gaga per confortare le persone in questo momento di emergenza e raccogliere fondi. Gli orari erano pensati per l’America, in Israele infatti il momento clou andava in onda alle 2 di notte…..Così, visto l’orario improponibile, stamattina, dopo aver fatto le mie consuete preghiere, da buon appassionato di musica sono andato a vedere se l’avevano reso disponibile su youtube per chi se l’era perso.
Naturalmente non mi sono sorbito le interminabili 8 ore della trasmissione, ma sono andato a vedere ciò che mi interessava.
Alla fine, penultima, ha cantato Taylor Swift che aveva scelto una sua bellissima canzone “Soon you’ll get better” cioè “presto starai meglio”, dedicata ai suoi genitori, che hanno dovuto entrambi combattere il cancro.
Gli artisti si presentavano in diverse maniere: giocosi o preoccupati, scherzosi o seri e persino un po’ provati. E tutti siamo capaci di vedere quando il dispiacere di qualcuno è vero o è una posa….
Taylor è stata ammirevole, era veramente triste e in tono un po’ dimesso e con un abbigliamento semplice e onesto ha cantato questa canzone abbozzando alla fine un timido sorriso e mostrando una sincera sofferenza, segno del suo animo ipersensibile e compassionevole. Ciò è stato un modo adeguato di manifestare la vicinanza a coloro che hanno vissuto vere tragedie come la perdita dei propri cari, o si trovano sul lastrico e senza nulla da mangiare.
Con mia grande sorpresa, mentre ascoltavo la canzone, Taylor ha nominato Gesù espressamente, facendo una esplicita professione di fede, ecco alcune frasi del suo testo:
Holy orange bottles, each night I pray to you
Sante bottigliette arancioni (le medicine), ogni notte vi prego
Desperate people find faith, so now I pray to Jesus too
Gente disperata trova la fede, così adesso prego anche io Gesù
And I say to you Ooh-ah, soon you’ll get better
E ti dico Ooh-ah, presto starai meglio
E’ impressionante constatare come questo periodo abbia condotto molti a Gesù.
“Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice,
anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con
gli angeli santi” Mc 8, 38 “chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio” Lc 12,8.
Per questa bella professione di fede Taylor avrà la sua ricompensa. Contrariamente alla sua collezione di Grammy Awards….che pure sono belli e meritano tutto il nostro rispetto, le ricompense che Gesù ci dà sono eterne e non passeranno mai di moda né ci sarà qualcuno che le scavalca nella hit parade. E’ bastata una parola, appena più di una sillaba, citare il nome di Gesù, per trasformare una bella canzone in qualcosa di eterno.
E se dal titolo dell’ultimo album di Taylor “Lover”, tratto dalla canzone di punta, che parla della storia complessa e dolorosa con un “lover”, cioè un amante, (seppur con il desiderio di trasformare questa relazione in qualche cosa di stabile)…non ci si sarebbe aspettati una particolare devozione, questa vicenda conferma invece che nessuno ha diritto a giudicare la fede di un altro. Nel profondo di ogni uomo infatti alberga, anche quando tutto lascerebbe supporre diversamente, un anelito verso l’Assoluto che nessuno può sopprimere.
Questa cantante, con una semplice parola ha offerto una bella testimonianza e anche noi possiamo fare la stessa cosa nelle nostre vite, umili e nascoste, talvolta grigie, ma ugualmente importanti agli occhi di Dio. Le testimonianze dei credenti, formano infatti una invisibile catena, che produce una divina sinfonia e attrae gli altri. E se vedere una persona famosa che si rivolge a Gesù ci colpisce, dovremmo riflettere sul fatto che ognuno di noi ha incontrato nella vita persone meno appariscenti che hanno speso la vita per Dio, forse i tuoi parenti, o qualsiasi altra persona che ci ha offerto una testimonianza di fede, e questo dovrebbe bastare già a convincerci che confidare in Gesù è la cosa migliore che possiamo fare.
Il Signore aspetta che ci rivolgiamo a lui, aspetta con pazienza, e troppe persone vivono una esistenza senza di lui, privandosi della forza della sua consolazione, finché viene il momento del ritorno.
E qui c’è una notizia ancora più bella: se qualcuno vuole parlarci noi siamo più contenti se è una persona famosa o importante, se conta qualcosa. Dio non fa così, perché
“l’uomo guarda l’apparenza, ma il Signore guarda il cuore” 1Sam 16,7
Non appena ci rivolgiamo a Lui, Gesù ci ama tutti con lo stesso identico immenso amore. Anzi, preferisce quelli più piccoli, gli umili e quelli che hanno più sofferto, quelli che sono stati rigettati e a cui la vita è andata un po’ storta e quindi hanno un posto speciale nel suo cuore. Li preferisce però in un modo misterioso: se pensiamo che in fondo non possiamo essere annoverati tra questi piccoli non abbiamo il diritto di sentirci esclusi, infatti è immenso il suo amore. Il mio immenso quanto è: 5 o 10?! E il tuo immenso quanto è: 20 o 30? Dove c’è qualcosa di immenso nulla si può misurare e nessuno manca di nulla, anzi per ciascuno c’è una totale sovrabbondanza.
Dio è l’unico capace di contenere e abbracciare tutto e tutti, capace di contenere e abbracciare Taylor Swift, te, me e ogni altra persona che lo ha amato e persino rifiutato.